Fra poco sarà l’ennesima pasqua (volutamente scritta in minuscolo), dunque, almeno in Italia, l’ennesima ecatombe di agnelli e chissà di quanti altri animali.
L’origine di questa aberrante tradizione, viene fatta risalire alla religione cristiana, ma è una mera FALSITÀ, creata per giustificare una sadica ingordigia di sangue innocente e null’altro. Infatti, se ci si prende la briga di andare ad esaminare cosa dicono le fonti, non vi sono nelle Scritture paragrafi che indichino di mangiare l’agnello a pasqua o comunque, che suggeriscano una dieta carnista ai propri fedeli, anzi: è esattamente l’opposto!
Qualche esempio, tratto dall’Antico e Nuovo Testamento:
“Guarda! Ti ho dato ogni erba con i suoi semi, e su tutta la Terra ogni albero con i suoi frutti, che contengono i semi di ogni albero: questo sarà il tuo cibo.” (Genesi 1.29);
“La gente raccogliticcia, che era tra il popolo, fu presa da bramosia. Anche gli Istraeliti ripresero a lamentarsi e a dire: chi ci potrà dare carne da mangiare? Ricordiamo i pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente… Ora la nostra vita inaridisce… I nostri occhi non vedono altro che questa manna.” (Numeri 11.4-5-6). “Lo sdegno del Signore divampò (Numeri 11.10)… Dirai al popolo: ‘Santificatevi per domani e mangerete carne… Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a noia, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi…’” (Numeri 11.18-19-20);
“Perché ti contamini con i cadaveri e sei annoverato fra coloro che scendono agli inferi?” (Baruc 3.11);
“Giuda, detto il Maccabeo, che faceva parte di un gruppo di dieci, si ritirò nel deserto, tra le montagne, insieme a quelli che erano con lui. E tutti vivevano cibandosi di alimenti erbacei, per non contrarre contaminazione.” (2 Maccabei 5.27)
Sempre a proposito di sacrifici animali:
“Essi offrono sacrifici e ne mangiano le carni, ma il Signore non li gradisce. Si ricorderà della loro iniquità e punirà severamente i loro peccati.” (Osea 8.13);
“Che m’importa dei vostri innumerevoli sacrifici? Dice il Signore, sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso dei giovenchi; il sangue di tori, agnelli e capre non lo gradisco.” (Isaia 1.11)
Appare evidente, se non lampante, quanto fosse disapprovata una “condotta carnista”, infatti i primi cristiani praticavano come regola proprio il vegetarianismo:
Giovanni Crisostomo: “Noi capi cristiani pratichiamo l’astinenza dalla carne di animali per sottomettere il corpo. Mangiare carne è innaturale e impuro.”;
San Girolamo: “Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne, ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca con le fibre e le secrezioni maleodoranti degli animali…” (Adversus Iovinianum);
Porfirio: “Gesù ci ha portato il cibo divino; il cibo carneo è nutrimento per i demoni.”;
Clemente d’Alessandria: “Coloro che indugiano intorno a tavole di fiamme nutrendo la loro stessa malattia, sono governati da un demone estremamente lussurioso, che non ho vergogna di chiamare il demone della pancia, il peggiore di tutti… E’ molto meglio essere felici che rendere i nostri corpi simili a tombe di animali.”;
San Pietro: “Il consumo innaturale di carne è tanto contaminante quanto l’adorazione dei demoni, con i suoi sacrifici e i suoi festini impuri, e quando l’uomo vi prende parte diviene un compagno di tavola dei diavoli.” (Omelie Clementine)
Dunque, addirittura, il consumo di cibo carneo veniva totalmente paragonato all’adorazione dei demoni e Dio non avrebbe avuto clemenza per chi si fosse nutrito di animali, ma al contrario, “Si ricorderà della loro iniquità e punirà severamente i loro peccati”!
Chiediamoci cosa sia accaduto nelle nostre società umane, durante i secoli, per disconoscere anche queste regole originarie: di che cosa è fatta l’empatia che permette all’essere umano di interagire e comunicare davvero con gli altri esseri, sul medesimo piano? Perché l’antropocentrismo e anche il cristianesimo sono giunti a giustificare qualsiasi sorta di violenza e sottomissione nei confronti di altri esseri? Un soggetto che si sentisse migliore, più intelligente e superiore alle altre creature, non avrebbe MAI il tipo di comportamento che oramai ha assunto l’uomo: sarebbe un individuo in pace con l’ambiente e rispettoso di esso e delle altre forme di vita. Sarebbe clemente, non violento e ascolterebbe chi altro respira assieme a lui su Pianeta.
L’alternativa è (in questo periodo più che mai) sotto gli occhi di ognuno: in un modo o nell’altro, di conseguenza, si viene spazzati via, ridotti di numero, falciati, decimati senza ritegno… ma non è poi la stessa cosa che accade, perpetrata, ogni giorno nei macelli?
Dimenticatevi la pasqua…